I Piani Nazionali per la Ripresa e la Resilienza puntano sull’apprendistato duale: il caso italiano

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Secondo i dati Eurostat, la crisi dovuta al Covid ha causato una perdita di reddito da lavoro senza precedenti. L’impatto è stato particolarmente duro per i più giovani: prima della pandemia la disoccupazione nell’UE tra i 14 e i 24 anni era pari al 25,7%, a dicembre 2020 era salita al 29,7%. 
In questo scenario, l’apprendistato può essere lo strumento giusto per aiutare i più giovani a entrare nel mondo del lavoro, a tornare a scuola e a prepararsi per l’economia del futuro.

L’apprendistato duale combina la formazione teorica- acquisita in aula- con la formazione pratica sul posto di lavoro ed è disponibile sia per i percorsi di qualifica professionale, sia per la formazione tecnica secondaria e superiore fino alla laurea.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. Il Piano per la Ripresa e Resilienza italiano ha 6 missioni.

La Missione 5 - Inclusione e coesione prevede uno stanziamento complessivo di 22,6 miliardi (di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo RRF e 2,8 dal Fondo) per facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale. La prima componente della Missione è dedicata all’apprendistato duale. 
Si prevede di rafforzare il sistema duale con l’obiettivo di ridurre il divario tra le competenze acquisite a scuola, nella formazione professionale o all’università e quelle richieste dal mercato del lavoro attraverso un modello formativo integrato che favorisca la creazione di un rapporto continuativo tra istruzione, formazione e lavoro. 

L’Italia investirà 600 milioni per attuare misure specifiche per promuovere l'occupazione giovanile attraverso l’apprendistato duale.